24.12.15

Tradizioni natalizie

C'e' chi ha menu particolari, chi va al cinema, chi va a messa, chi impacchetta i regali in maniera speciale... noi facciamo di meglio: noi abbiamo una vigilia tutta particolare, con piccoletto che vomita! Si', sono ormai due anni di fila, per cui si può chiamare tradizione, giusto?

Se vi aspettavate qualcosa di un po' più carino come messaggio natalizio, perché non andate su Soundcloud (vedere barra in alto) per sentire i nostri auguri?

Se proprio non volete (perche' mai?), ecco qui:

BUON NATALE!

Aggiornamenti pre-natalizi

Con grande ritardo, ecco un aggiornamento sulla nostra situazione: per esigenze di chiarezza e brevità (?), cercheremo di rimanere strettamente legati ai fatti, per quanto possibile, lasciando i commenti per un'altra occasione.
Come avrete colto da altri testi qui sotto e/o ascoltando i nostri racconti (su soundcloud, vedere barra in alto), le cose non vanno per niente bene qui, e da un bel po'.
Mattia e' stato bloccato dal continuare il suo ottimo lavoro con bambini, giovani e mamme alla fine di Ottobre e si e' quindi licenziato, perché non può lavorare con/per un'organizzazione per caccia mamme e bambini dai propri (e nostri!) spazi. Le dimissioni non sono state accettate, ma dopo un mese di snervante attesa della visita, teoricamente risolutrice, della nostra coordinatrice, il risultato non e' stato altro che dover ascoltare il vescovo licenziare Mattia, citando come ragioni il fatto che va negli slum e perfino alla polizia (non per essere arrestato, ma per spingere per il rilascio di giovani) e che raccoglie troppe mamme e bambini, tutti sconosciuti: se tutto ciò e' sbagliato, allora va bene essere licenziati; purtroppo, la nostra organizzazione ha semplicemente accettato la decisione del vescovo e, per farci cadere dalla padella nella brace, ha deciso di licenziare anche Elena, "di conseguenza, il che vuol dire che entrambi i nostri contratti sono stati chiusi, anche se, nonostante tutti i problemi e frustrazioni lei era disposta a continuare il suo lavoro, la Chiesa non aveva niente in contrario e noi eravamo pronti a continuare con un contratto solo e/o a cercare alternative, come essere spostati in altri centri gestiti dalla Chiesa, per mantenere viva la partnership senza gli scontri continui che stavamo affrontando qui a Kigali.
Non solo hanno abbandonato Mattia senza dire una parola e licenziato Elena senza nessuna vera ragione, ma si aspettano anche che ce ne andiamo "immediatamente" o "quanto prima"; pero', non essendo pacchi postali ma un famiglia, stiamo cercando di rimanere il più a lungo possibile, per gestire il cambio verso un futuro incerto nel modo migliore, prendendoci tutto il tempo necessario, anche per finire in maniera almeno decente quello che abbiamo cominciato e su cui abbiamo lavorato con passione per quasi un anno.
Al momento stiamo discutendo della nostra data di partenza ed e' difficile capire cosa davvero vogliamo o cosa sentiamo che dovremmo o potremmo fare nel prossimo futuro, quindi non siamo ancora in grado di dirvi niente di più specifico.


Nel frattempo, per sfuggire all'esaurimento nervoso, abbiamo seguito i nostri programmi pre-disastro e ora che i bambini hanno finito scuola per Natale, siamo scappati da Kigali per trovare rifugio a Kibogora, un paesino a ovest, sulle meravigliose sponde del Lago Kivu, dove la chiesa metodista ha fondato un ospedale decenni fa; abitiamo in una casa parte di un gruppo di abitazioni per famiglie missionarie, per fare un po' di necessaria vacanza e perché Elena passi alcuni giorni (prima di Natale e ad inizio anno) ad insegnare Paper Furniture ai fisioterapisti dell'ospedale, perché possano creare ausili con carta e cartone, e colla fatta in casa.


8.11.15

Se non ci ascoltate...

...almeno potete leggere!

Chi ancora non ci segue su soundcloud (Leoni Africani), può scoprire qui le ultime tristi novita' della nostra missione, in particolare quella di Mattia (ma con parole di Elena, così non potete incolparlo).

Poco meno di due settimane fa, abbiamo avuto un incontro con il vescovo e altri rappresentanti della Chiesa (a nostra insaputa) con cui lavoriamo qui in Rwanda, ma e' stato più un'imboscata che un incontro: avevano già deciso di bloccare il lavoro di Mattia con i bambini poveri e le mamme e una volta stufi di discutere hanno semplicemente usato la carta dell'autorità.

A niente sono servite le spiegazioni di Mattia, perché tanto li aveva già informati con svariati rapporti (e incontri) su quello che stava facendo e il vescovo aveva sempre dichiarato che erano tutte buone attività, ma nonostante Mattia cercasse di coinvolgere la chiesa, loro invece hanno progressivamente chiuso le porte (letteralmente, chiudendo le sue attività fuori dalla scuola in cui le teneva), fino ad arrivare a ordinargli di smettere, finendo nell'assurdo di dirci che casa nostra e' nel compound della Chiesa per cui possono decidere chi puo' venire e chi no, visto che da un po' facevamo tutto nel nostro giardino, sport mattutino, lezioni pomeridiane e gruppi giovani serali. 

Non importa quanta gente stiamo aiutando, e portando vicino alla Chiesa, quello a cui sembrano interessati sono l'apparenza dei bambini poveri (con risatine sui loro vestiti) e svariate scuse di sicurezza...

Sono state settimane alquanto dure, con lacrime, frustrazione e tanta tristezza a vedere le facce dei bambini che non capiscono perché non possono più venire a fare sport e lezione e che chiedono quando potranno tornare, la preoccupazione della mamme che non possono più incontrarsi a fianco alla chiesa per imparare a risparmiare per mandare i figli a scuola l'anno prossimo, i ragazzi ora lasciati in balia della strada ogni sera, anziche' venire a cantare, ballare, scrivere, imparare inglese, studiare la Bibbia...

Sappiamo di aver aiutato già tanta gente da quando siamo qui, ma Mattia si sentiva chiamato a servire gli ultimi, in particolare bambini e mamme e ora tutto ciò gli e' stato tolto...
Ora siamo in limbo: abbiamo accettato con umiltà quanto ci e' stato ordinato e dobbiamo aspettare fino a fine mese la visita della nostra coordinatrice dall'Inghilterra e Dio solo sa come andranno le cose. Qui continuano a dire che con il lavoro di Elena va tutto bene, ma anche lei ha avuto svariati problemi, continuamente.

Tutta la relazione con questa "Chiesa" sta traballando, perché non riusciamo ad andare a messa, con in più i bambini, in una Chiesa che rifiuta, esclude e discrimina i bisognosi: non possiamo nemmeno chiamarla Chiesa. Così stiamo cercando altri posti e ultimamente stiamo andando dagli Anglicani, dove tra l'altro conosciamo un ragazzo locale appena tornato dai suoi studi religiosi in Inghilterra, nel college dove siamo stati per tre mesi prima di venire qui.

29.10.15

Mille scuse...

...a tutti (?) quelli che ricevono i nostri post via email e che recentemente si sono ritrovati con due post lunghissimi e vecchissimi su Amizero (scuola per disabili) e bambini di strada: stavamo ripulendo il blog e abbiamo trasformato due pagine ormai non più rilevanti in post datati Marzo, senza renderci conto che vi sarebbero stati spediti lo stesso.

Se potete perdonarci e siete ancora interessati, vi ricordiamo che ora potete anche ascoltarci su 


cercando ("search") LEONI AFRICANI.

25.10.15

Rwanda...

...nazione famosa per il genocidio, ma oggi, 21 anni dopo, lodata ovunque per come si e' ripresa, in particolare per il processo di riconciliazione e la straordinaria crescita economica, che va di pari passo con livelli di sicurezza e da primato. Ma come appare tutto ciò a chi ci vive da ormai 10 mesi?
Il processo di riconciliazione sembra un gran successo e davvero alcune storie di perdono sono tra le più forti e positive che mai si possano sentire, ma senza verità sulla storia recente non si puo' ottenere vera riconciliazione (per studiare un po' di verità, guardate questo documentario, in inglese, della BBC, uscito a ottobre scorso); la stabilita' politica e la sicurezza quotidiana saranno molto attraenti per gli investitori stranieri, ma non sono il risultato di una vera soluzione dei problemi e non si può creare una società sana a partire da una falsa democrazia, dal nazionalismo e dal blocco di qualsiasi forma di protesta, ottenuto instillando paura grazie alla presenza discreta ma onnipresente dell'apparato militare; la tanto lodata unita' e l'assenza di riferimenti alle etnie sembrano solo una copertura per uno sviluppo post-genocidio che si e' invece delineato su chiare basi etniche, come si capisce facilmente se si pensa che solo una parte della popolazione e' stata "vittima" e ha quindi avuto diritto agli aiuti, distribuiti dalla stessa parte, visto che erano anche i vincitori e quindi al potere; la crescita economica appare fantastica ed incoraggiante e davvero non c'e' villaggio senza una scuola e un centro medico a distanza decente, ma l'inuguaglianza e' alta quanto i nuovi grattacieli, che continuano a crescere a fianco a quartieri poverissimi e sono circondati dai SUV dei ricchi (occidentali e africani), in forte contrasto con le carriole stracariche di taniche piene d'acqua spinte su per le colline dai poveri che non possono nemmeno permettersi di pagare le tasse scolastiche e sono quindi considerati da molti, comprese autorità religiose a noi vicine, dei genitori irresponsabili da istruire su come prendersi cura dei figli, magari mentre non sono in prigione per aver provato a raccimolare qualche soldo per sopravvivere vendendo frutta o verdura dai cesti che portano in testa...

Il ruggito dei Leoni...

...e' ora ascoltabile su

www.soundcloud.com

cercando ("search") LEONI AFRICANI

Buon ascolto!

5.10.15

Auguri...

GIACOMO!

Il blog si e' perso quello di Michele (che potete recuperare con qualche foto qui), ma eccoci qui a festeggiare il 31esimo compleanno del fratelloziocognato americano, che invece e' in foto qui sotto...


28.5.15

Si offrono dottori in tutte le salse...


                                 
Uno "vero",
massimo orgoglio di famiglia,
dottore ("dottorato") alla Boston University (!!!),
in tempi da primato,
con complimenti a pioggia (e non solo per gli occhiali)...

e uno ridicolo
 (tutta 'sta pagliacciata per passare dalla materna, 
per quanto vera pre-scuola alle elementari?), 
ma bellissimo e felicissimo 
(sorrisi e bellezza da gustare qui)!

In comune?
L'essere i più belli del gruppo, gli affascinanti vestiti in affitto, la cerimonia noioserrima...

P.S.
Per l'altro studente, Michele, niente cerimonie, ma una pagella spettacolare (tutte A a parte B in Kinyarwanda), soprattutto considerando che ha dovuto "inseguire" per mesi essendo arrivato a meta' anno da un livello molto più basso.
Per Anna, invece, aspettiamo un paio d'anni per farle altre congratulazioni "vere"!

Auguri...

...MammaElena!
(si', e' ancora giovane, ma no, non ne ha 7: le candeline indicano 3 (bianche) e 4 (blu) = 34)
(la torta che SI e' fatta (papa' troppo stanco e occupato) e' cosi' buona e cioccolatosa che Michele l'ha già prenotata per il suo compleanno)
 Regali?
- un pacchetto di burro (non margarina, che compriamo di solito visto che quello vero ha un prezzo offensivo per i livelli di vita delle persone per cui lavoriamo)
- pizza al ristorante italiano (regalo alquanto apprezzato anche dai piccoli, che pero' l'hanno ben meritato per il gran lavoro delle decorazioni che attraversano il soggiorno nella foto sotto)
Un grazie collettivo a tutti per gli auguri, in particolare alle due famiglie, con nonnoPatrizio che chiama anche il giorno prima (non si sa mai) e i leoncini d'america tutti riuniti e non distratti dai grandi festeggiamenti del dottorato!

23.5.15

messaggio rassicurante

Chi segue le notizie internazionali e ha una minima conoscenza geografica dell'Africa, potrebbe essere preoccupato che i problemi in Burundi si diffondano in Rwanda e a ragione, perché effettivamente quello che succede in uno di questi due minuscoli stati adiacenti ha sempre un effetto sull'altro, ma per adesso possiamo garantirvi che qui non c'e' da preoccuparsi assolutamente, e non potrebbe essere diversamente visto che con il regime pressoché dit...riale che vige, qui non c'e' spazio alcuno per proteste, sommosse, rivolte, colpi di stato o la benché minima forma di attivismo civico (ragione per i puntini in mezzo alla parola, tanto per non far preoccupare la moglie) per lo meno fino alle prossime elezioni (2017), quando lo stesso problema alla base dell'instabilita' del Burundi si presenterà anche qui (terzo mandato o no?).
Nel frattempo, il vero problema sono i rifugiati: per loro stessi, passati dalla povertà del Burundi ai campi profughi o alla pura sopravvivenza, e per le nazioni circostanti che li devono assorbire, in particolare il Rwanda, che e' già sovrappopolato...
Se vi interessa sapere di più, con racconti dall'interno, sulla situazione dei nostri fratelli ancor più disgraziati a sud del confine, consigliamo (agli anglofoni) di andare alla pagina dei link e scoprire il blog di Simon, un missionario dal gran cuore e grandi risultati che conosciamo vagamente ma ammiriamo alquanto .

MAPPA (Magnifici Acrostici Per Progetti Affascinanti... in inglese) di dove stiamo andando al momento

Ecco i nuovi nomi e relative spiegazioni dei nostri progetti, alcuni già avviati (anche se ancora in fase di collaudo), altri appena all'inizio, altri che stanno per partire

Y.E.A.S.T. 
 = Youth Empowerment: Arise from the Street and be Transformed
(Sviluppo giovani: alzati dalla strada e fatti trasformare)

Incontri serali, ogni giorno, per giovani poveri, alcuni a cui paghiamo la scuola, altri che mandiamo in centri professionali, altri a cui abbiamo fatto partire un lavoro, altri che sperano in aiuto futuro, altri che semplicemente apprezzano il gruppo.
Attivita': 
- INGLESE (con Mattia, per aiutare gli studenti e insegnarlo a quelli non a scuola)
- INFORMATICA (con Norbert, il fratello-padre - nell'aula computer di Amizero, dotata da un'organizzazione tedesca anni fa e usata molto poco dalla scuola per disabili)
- KINYARWANDA (perche' imparino a leggere e scrivere meglio nella loro lingua - con Ildephons, l'assistente, pagato, di Mattia; era la nostra guardia, ma l'abbiamo liberato da quel lavoro inutile e schiavista grazie a questo nuovo ruolo)
- SCACCHI (non solo per il gusto del gioco, ma per insegnare loro a pensare, cosa completamente assente dal sistema educativo - con Mattia, visto che il vero esperto di famiglia, Mr.PhD e' un po' troppo lontano per aiutare - tornei a breve!)
- GOSPEL CHOIR (con Elena, ovviamente! - per imparare canzoni per la messa in Inglese che gestisce Mattia e magari presto anche per la messa principale)
- BALLO (danze cristiane, da messa - con alcuni ballerini assai bravi, parte del gruppo danza della chiesa)

Attualmente abbiamo circa 25 persone a sera, con un totale di circa 35

GO.R.I.L.L.A.S
= GOod results In Life, Learning And Sport
(buoni risultati nella vita, l'apprendimento e lo sport)

Programma per bambini, con sport al mattino (cose semplici, nel nostro giardino) e lezioni al pomeriggio (Inglese con Mattia, Kinyarwanda e Matematica con Ildephonse, così imparano anziché far solo fatica con la lingua), perché scuola funziona a turni; in questo modo, non solo li aiutiamo a migliorare i risultati scolastici e li facciamo divertire e allenare, ma anche gli diamo qualcosa da fare anziché stare a casa o peggio per strada (anche se per alcuni e' difficile sfuggire alle faccende domestiche, per cui la mattina non sempre vengono in tanti)

Numeri: 10-15 di mattina, 20-25 al pomeriggio; totale oltre 60

I.S.A.I.A.H
= I Study And I Also Help
(ISAIA: Io studio, anche io aiuto)

Alcuni di voi conosceranno già i programmi di "work for food" (cibo in cambio di lavoro) che varie organizzazioni hanno fatto partire nei paesi più poveri, specialmente in casi di carestia, per far si' che la gente si guadagni gli aiuti piuttosto che riceverli come mendicanti e al tempo stesso contribuiscano allo sviluppo della comunità lavorando su progetti comunitari (costruire-riparare scuole, strade, chiese...)
Bene, ecco a voi la versione "scuola in cambio di lavoro": 10 ragazzi che stanno facendo formazione professionale, più un paio a cui paghiamo il corso per la patente, vengono un paio di pomeriggi la settimana a lavorare, o per nostri progetti (stanza fisioterapia: trasporto sassi per il cemento, pittura muri e pavimento, verniciatura soffitto; container per paper-furniture: svuotamento, pulizia, pittura, installazione serratura; assemblaggio sedie a rotelle...) o nel nostro giardino (così non dobbiamo pagare più il giardiniere e usiamo quei soldi per la loro scuola).

F.R.E.E.
= Families Rejoicing in Economic Empowerment
(Famiglie che gioiscono nello sviluppo economico)

La gioia magari e' lontana, ma almeno ci piacerebbe provare a migliorare la vita delle famiglie dei bambini a cui paghiamo la scuola; considerando che molte hanno da pagare l'affitto e da sfamare molti figli, il progetto non puo' risolvere tutti le loro difficoltà' finanziarie, ma l'idea e' di renderle auto-sufficienti almeno per quello per cui invece stiamo pagando noi, cioè tasse scolastiche e cartoleria; una volta avviate, cioè quando siamo sicuri che le piccole attività economiche funzionino davvero, le incoraggeremo, con formazione e incentivi, a risparmiare piccole somme ogni giorno, in modo da avere i fondi per la scuola quando comincia il prossimo trimestre o anno, visto che al momento, come e' comprensibile e come e' comune nei paesi poveri, la gente non ha nessun concetto di pianificazione economica.
Attivita' che vogliamo offrire (alcuni esperimento sono appena iniziati), fornendo il materiale iniziale e qualche consiglio:
animali = una capra (per vendere i capretti) e/o qualche gallina (per mangiare/vendere uova)
bicicletta = per lavorare nel settore trasporti (persone o cose)
commercio = rivendita di cibo (prodotti di base: farina, riso, zucchero...) da casa, servendo il vicinato
carbonella = rivendita di combustibile da cucina
cucina = preparare e vendere tortine e altro cibo che i locali comprano regolarmente in giro

Come si capisce, abbiamo bisogno di fondi per questo progetto, per cui, se vi piace, cominciate a pensare se potete aiutare e presto vi potremo dare dettagli dei costi di ogni progetto (pressapoco 50 euro); crediamo proprio che questa sia la strada giusta, perché crea sviluppo anziché fornire aiuto: se funziona, il modello prevede un aiuto unico, iniziale, non una fornitura costante di cibo, cartoleria, vestiti, tasse scolastiche, spese mediche...

C.H.O.C.O.L.A.T.E.
= Capernaum House of Children Only Less Able Though Extraordinary
(Casa di Cafarnao per bambini solo un po' meno abili ma straordinari)

Vi ricordate la casa il cui tetto era stato rimosso dagli amici del paralitico per far passare la sua barella, cosicché Gesu' potesse incontrarlo e guarirlo? Ecco a cosa stavamo pensando quando abbiamo scelto il nome della nuova stanza di fisioterapia (inaugurazione a presto), perché vorremmo usarla non solo per trattare pazienti (ci sono già servizi di fisioterapia in giro, anche se costosi, per cui non vogliamo rimpiazzare l'esistente e fornire servizi economici o gratuiti, altrimenti e' solo un'altra forma di aiuto non sostenibile), ma soprattutto per fornire formazione ai genitori (progetto iniziato qualche settimana fa), agli insegnanti (come sopra) e soprattutto formazione per riabilitazione a livello comunitario (formando famiglie, amici e membri della comunità perché possano individuare, consigliare e aiutare i disabili dell'area) e magari anche far partire una specie di cooperativa per famiglie con figli disabili, perché  si aiutino gli uni con gli altri, non solo con consigli ma anche economicamente, anche grazie al laboratorio di paper-furniture dove potranno costruire sia ausili economici, quasi gratuiti, per i propri figli, che altri oggetti da vendere.

17.5.15

Grazie...

...a tutti degli auguri di compleanno!
38 anni (e 12gg)

vecchio...? come negarlo!

...e saggio? magari a volte si', altre decisamente no, soprattutto per quanto riguarda la gestione familiare (chiedete alla povera moglie in carenza affettiva o ai due bambini maltrattati)

in decadimento...? sicuramente mi stanco prima, ma sembra che comunque riesca a trovare le forze per fare del bene; fisicamente, non in forma come quando mi allenavo, ma per lo meno sono sempre più leggero, per cui nella corsa riesco ancora a difendermi, anche con ragazzi giovani (forse, come fa notare Mr.PhD perché imbroglio e sfido in velocità indigeni sottoalimentati?)

... ma felice? mai stato più felice di quando riesco a dare una qualche forma di aiuto-speranza-sollievo ai disperati che incontro ogni giorno, o quando ascolto commosso i ringraziamenti e lodi da ragazzi e madri, ma la sensazione dura poco, quando scopro immediatamente un'altra situazione disperata, quando sento un altro bambino elencare le sue disgrazie e chiedere aiuto, quando scopro altre ingiustizie, quando mi rendo conto di quanto io abbia e di quanto manchi a loro e quanto invece si meriterebbero...

migliore? sicuramente non più paziente o calmo, che farebbe invece assai bene, ma altri aspetti, ad esempio di fede e dedizione agli altri, stanno migliorando...






16.5.15

55 giorni in 55 parole, circa (per capitolo)

BS
Famiglia allargata: no, niente gravidanza, solo (?!?) 4 ragazzi portati dalla strada a casa nostra, o meglio prima in 2 tende in giardino, poi la stagione delle piogge ha annegato il progetto-campeggio e abbiamo trovato loro una stanza nella scuola per disabili. Mangiano (cucinato da noi o da loro su fuoco tradizionale), si lavano e lavano i vestiti da noi, principalmente in giardino e bagno esterno.

PASQUA
Il sabato, incontro per bambini, organizzato e condotto (comprese 2 domeniche di preparazione), da Mattia&Elena, con racconto biblico e spiegazione (con traduttore) e scenette; Michele&Sam hanno partecipato nei loro gruppi di eta'; alla fine, bibite e tortine per tutti (150).

PASQUA FAMILIARE
Ci siamo concessi barrette di cioccolata: rarita' importata che compriamo solo per occasioni speciali, per ragioni ecologiche e di sostenibilita'; pranzo con i nostri 4 adottivi a tavola con noi e a cena invece siamo stati invitati in una casa povera da un fratello-padre con 4 fratelli-sorelle che avevamo appena cominciato a sostenere.

VACANZE
Una settimana per i 2 bambini: un po' (poco) tempo insieme, un po' con gli adottivi, tanto ancora impegnati, visto che i bisogni dei bambini dei progetti di Mattia  non prendono vacanze e abbiamo dovuto anche controllare la costruzione della stanza fisioterapia, per provare a finirla per la fine delle due settimane di pausa delle scuole locali (non ce l'abbiamo fatta...)

VISITE
Durante le vacanze e poi un sabato, Mattia ha portato 3 dei nostri 4 adottivi a visitare le famiglie e anche a controllare come sta il primo reinserito, per far partire con sua mamma un nuovo progetto di sostegno, comprando animali; una volta, Pastor Eraste e Michele si sono uniti alla comitiva, un'altra Michele&Sam; una volta abbiamo visto un lago, quella dopo abbiamo nuotato in un altro!

STRESS IN CRESCITA
La supervisione lavori di cui sopra non solo ha rovinato ogni piano di pausa pasquale, ma ci ha anche tenuto occupati e stressati per il resto di Aprile, e lo stesso comprare materiale e inseguire idraulico e impiegato della compagnia dell'acqua per provare a far arrivare acqua corrente alla scuola e aggiustare i bagni; la non-cooperazione o gli scontri con figure della chiesa non hanno certo aiutato...

PIOGGIA
Per non dimenticare l'Irlanda, la stagione delle piogge, cominciata in Marzo, ci ha dato dentro in Aprile, con diluvi giornalieri di un'oretta e temperature in calo sensibile al mattino e alla sera, che per noi vuol dire ristoro dal caldo e raro uso di felpe, ma per i locali "freddo" e frequenti malattie. Il vero problema? Zanzare a volontà!


SETTIMANA DELLA MEMORIA
Dal 7 di Aprile per il 21esimo del genocidio, la gente non lavora di mattina e molti vanno a vari incontri; slogan: RICORDARE, RIUNIRE, RINNOVARE; abbiamo portato tutti i "nostri" 6 figli al Museo-Memoriale di Kigali, dove riposano 250,000 corpi: prima volta per tutti loro (M&E erano andati in Agosto), tutti molto toccati.

Per tutto cio' e altro, e in particolare per alcuni racconti-fotografici delle visite, andate alla pagina delle foto! 

28.3.15

Bambini di strada

(era una pagina a se stante, aggiornata di tanto in tanto, per cui da leggere dal basso in alto)

Pausa (inizio marzo) e nuovo calendario

Visti i nuovi numeri ingestibili e la necessita’ di analizzare di nuovo la situazione, il progetto si e’ messo in pausa, dopo il famoso “venerdi’ dei 63”, fino al giovedi’ successive, per calmare le acque e avere un po’ di tempo per programmare il future. Ora vengono il giovedi’ e il venerdi’. Piu’ avanti pensiamo (Mattia, che si concede un plurale maiestatis) di organizzare attivita’ differenziate per eta’. Poi potremo cominciare a concentrarci sui veri BS, 2 dei quali, comunque, sono gia’ a scuola e vengono a casa (in giardino) per colazione e uno anche per studio serale (con cena inclusa).

Da BS a TROPPO
In un mese e mezzo abbiamo visto passare per il nostro “centro” piu’ di 90 ragazzi, magari per un'oretta sola, ma sono tutti “bambini di strada”? Da un certo punto di vista si potrebbe dire di si’, usando una  doppia definizione: bambini “della strada” (senza altro posto per vivere) o “sulla strada” (che ci passano gran parte del loro tempo); ma in realta’, considerando la situazione qui in giro, la maggior parte dei locali sono bambini “sulla strada”, visto che non hanno niente, e niente da fare, a casa, dove non c’e’ tanto cibo, niente giochi, niente giardino e nessuno che si prenda davvero cura di loro, quindi quando non sono a scuola (tutto il giorno tranne 4 ore e mezza), se sono troppo annoiati, o affamati, o sono avventurosi o con amici che fanno lo stesso, se ne vanno in giro, di strada in strada, e quando sentono di un posto come il nostro...
E allora cosa sono? Chi stiamo servendo? Cosa stiamo facendo?
Un sacco di domande, difficili da rispondere, ma un po’ alla volta stiamo capendo di piu’: all’inizio contavamo solo su Eraste, ma ora Mattia scopre come va la faccenda anche da solo, dopo vari incontri e qualche reinserimento portato avanti da solo, oltre a svariate occasioni in cui incontra i ragazzi, durante le sue passeggiate quotidiane nel labirinto delle stradine di terra, per fare acquisti o andare al mercato a comprare scarpe o cartelle per la scuola…

Riguardo i “veri” BS, i bambini “della strada”, sicuramente ce ne sono un sacco a Kigali e pure nel nostro settore, ma noi ne abbiamo solo 2-3 nel gruppo.

Che dire degli altri? Chiamiamoli TROPPO: TROppo Poveri Per Onerare le tasse scolastiche! L’istruzione dovrebbe essere gratuita, ma le scuole sono costose da gestire (costruzione, manutenzione, materiali, per quanto semi-inesistenti) e gli insegnanti sono sottopagati e hanno bisogno di bonus, quindi le scuole urbane tassano gli studenti; inoltre, la geniale idea delle divise sicuramente ha degli ottimi vantaggi sotto aspetti come uguaglianza, identita’, ordine, decenza e quant’altro, ma in pratica costringe le famiglie a dover trovare altri soldi; la cartoleria non e’ costosa, ma per tanti locali, una volta che si tiene conto di tutta la faccenda, e’ pure troppo costosa. 
Tutto sommato, troppi bambini abbandonano scuola e non per cattiveria o pigrizia, ma solo per difficolta’ finanziarie.

Reinserimenti scatenati (fine febbraio) e poi in pausa (inizio marzo)
Aggiungendo altre scuole alla lista e portando bambini qua e la’, alcuni anche alle superiori (ottimo risultato visto che di solito smettono durante le elementari, quindi non hanno passato l’esame), il che e’ ancora piu’ costoso e richiede incontri di convincimento piu’ lunghi con i presidi, che comprensibilmente sono molto cauti nell’accettare studenti che non sono stati tali per un bel po’, ma noi siamo assolutamenti certi del comportamento dei “nostri”, per cui insistiamo e vinciamo! Dopo un po’, pero’ ci siamo fermati, perche’ ora e’ alquanto difficile decidere chi aiutare, tra le folle che arrivano a chiedere aiuto… 

AGGIORNAMENTO: in realta’, a ritmi piu’ blandi, non abbiamo mai smesso, per cui i dati dei reinserimenti continuano a salire.


Numeri ed eta’ – 2 / L’esplosione! (Febbraio-marzo)

Da 20 a 30, poi 40, con piu’ di 10 “vecchi”; una domenica a pranzo, al ristorante, spunta un orfano di 4 anni con la sorella, di 6, amici di altri del gruppo; un giorno arriva una madre con bimbo sulla schiena, ma abbiamo scoperto che era nel posto giusto, avendo solo 18 anni… 
La notizia di qualcuno che da' una merenda e prende informazioni per possibili reinserimenti scolastici sembra essersi diffusa in fretta, per cui i numeri hanno continuato a crescere e crescere, finche’ un pomeriggio ne abbiamo contati 63, tra cui 3 mamme che chiedevano qualche forma di aiuto: rimandarle a scuola (?), un lavoro, sostenere i figli per la scuola, aiutare le famiglie, o intanto poter semplicemente stare li’, che e’ l’unica cosa che abbiamo potuto fare, spartendo con loro la merenda, visto che ora sono decisamente troppi!

Numeri ed eta’ (fine febbraio)
Dalla decina di fine gennaio siamo arrivati a ben oltre 20, piu’ i gia’ reinseriti che spuntano quando non hanno scuola (a seconda del turno), il che significa spese piu’ alte per la merenda (ma il nuovo filtro per l’acqua potabile di casa Leoni ci fa risparmiare un bel po’ perché' non la copriamo più per dissetarli), tempi di merenda piu’ lunghi e lezioni piu’ complicate se non caotiche.

Inoltre abbiamo sempre piu’ ragazzi grandi, giovani adulti in realta’, visto che dai 16 si arriva ai 21; cosi’ e’ ben piu’ difficile far lezione e pianificare (tutti a scuola o troppo vecchi? cosa hanno fatto finora?), ma fortunatamente sono ben piu’ educati del previsto: non creano problemi ai piccoli ne’ a noi. Come i piccoli, sono sempre grati per quello che ricevono, dalla merenda alla lezioni, dal pranzo domenicale all’attenzione e alla considerazione, fino alle idee per il loro futuro, che sia scuola o apprendistato o formazione professionale (anche se a volte sembrano davvero molto future…)


R3x3 (meta’ febbraio)
Terzo giro di reinserimenti, questa volta per 3 BS, in una scuola diversa, o due piu’ un dubbio, visto che abbiamo pagato per tre ma il terzo, recluta nuova e giovane, era gia’ registrato, per cui bastava pagare (che sta diventando la nostra ragion d’essere), pero’ ha mancato un paio di appuntamenti e non sembra essere a scuola, quindi non sappiamo bene cosa stia succedendo, dovremo tenerlo d’occhio... probabilmente e’ solo un po’ confuso.

AGGIORNAMENTO: e’ a scuola! (ma ancora assai confuso…)

Il contagio (inizio febbraio)
Tranquilli, il rischio Ebola rimane assai lontano, stiamo solo parlando di reinserimenti stimolanti…
Dopo aver riportato Alexi in famiglia e a scuola, ne abbiamo parlato con gli altri e abbiamo anche dedicato un momento durante la messa successive a raccontare la storia alla congregazione (o almeno questo e’ quello che crediamo Eraste abbia fatto, visto che ancora capiamo ben poco), con altri ragazzi in bella mostra, e a pregare per ringraziare. Tutto cio’ ha avuto un forte effetto sui ragazzi, tanto che la domenica successiva, dopo l'ormai classico duo messa&pranzo (in un piccolo e super-economico ristorante locale), una mezza dozzina di loro ha fatto sapere ad Eraste (una specie di padre adottivo per loro), che sarebbero tornati a casa, visto che molti sono ancora in contatto con le famiglie. Cosi’ abbiamo cominciato a contattare le scuole e poco dopo avevamo gia’ reinserito sette ragazzi, tra cui un giovanissimo nuovo arrivo, di 8 anni. A differenza di Alexi, questa volta abbiamo dovuto pagare le tasse scolastiche (visto che tutte le scuole di Kigali le richiedono, alla faccia della “scuola gratis per tutti” di cui si vanta il governo), non solo divisa e cartoleria, ma dall’altro lato non abbiamo sostenuto le famiglie, anche se ce ne sarebbe un gran bisogno, visto che fanno tutte una gran fatica a tirare avanti, spesso con molti altri bambini in casa; comunque i ragazzi continuano a venire agli incontri pomeridiani, per non perdere il cibo a cui si erano abituati; in piu’, qui le scuole funzionano su due turni, mattina o pomeriggio, per cui spesso arrivano a casa nostra, prima o dopo scuola, quando non possono venire agli incontri, con un chiaro messaggio: “ho fame!”


Alexi - 3a parte = vedi blog

Alexis – 2a parte – 4/2/2015
E’ troppo tranquillo per venire a dircelo, ma i bambini di strada sono come una famiglia e c’e’ sempre un fratello piu’ estroverso pronto a farsi avanti e parlare al tuo posto, specialmente se sei uno buono che ha problem: “maestro, Alexis ararwaye” che Mattia ora capisce voler dire “e’ malato” (chi e’ che insegna a chi, qui?). Prima Mattia, poi Elena e Eraste danno un’occhiata a quello spettacolo poco carino: una gran brutta infezione della pelle, con un sacco di bolle, dai bordi in rilievo, ormai esplose, su entrambi i fianchi: insetti dai materassi, tappeti o qualsiasi cosa su cui dormono? Insetti da quegli stracci sporchi chiamati vestiti, probabilmente mai cambiati in 3 mesi? Sicuramente il tutto aiutato da quel corpo davvero mal nutrito…
Cosi’ il giorno dopo arriva prima, gli facciamo fare una doccia nel bagno della nostra guardia notturna, fornendogli lussi quali acqua in abbondanza, docciaschiuma, sciampo e un asciugamano pulito, e lo rivestiamo a nuovo, grazie ai vestiti smessi dai figli grandi di Eraste. Quando bussa per dire che ha finite non sembra neache lui, dopo averlo visto per 10 giorni con gli stessi pantaloni sporchi e la stessa giacca della tuta. Ma adesso e’ ora di andare dal dottore, perche’ un’infezione del genere ha bisogno di qualcosa di piu’ che una visita alla farmacia, come pensavamo all’inizio. Cosi’ Mattia torna dove aveva portato Michele, questa volta con un “figlio” piu’ grande e nero. Una lunga attesa, poi lo stesso dottore che aveva visitato Michele puo’ fare un’altra conversazione bilingue (francese-inglese) con Mattia e ammettere di essere alquanto toccata dalla situazione del bambino, visto che ha la stessa eta’ di uno dei suoi figli. Esame del sangue, medicazione, pagamento, visita alla farmacia, un po’ di medicine ad Alexis per sera e mattina; le altre le teniamo noi per il giorno dopo, quando dovremo anche andare in centro a comprare il siero anti-tetano, per essere sicuri, visto che sicuramente non e’ a posto con i richiami delle vaccinazioni. Dovrebbe essere a posto in fretta e tra due giorni lo portiamo casa.

Alexis – 1a parte
14 anni, corpo magro in vestiti piccoli, quasi aderenti; viso gentile, modi timidi, un aspetto ancora fresco, nonostante lo sguardo perso che spunta ogni tanto e I vestiti sporchi, ogni giorno piu’ impolverati… Alexis Turatzinte non ha ancora perso un giorno, nemmeno all’inizio, ed e’ uno dei piu’ calmi, piu’ facili da gestire; e’ anche avanti come conoscenze: capisce l’inglese meglio della maggior parte del gruppo, sa scrivere abbastanza bene e velocemente, impara in fretta; le ragioni vengono da quanto sappiamo su di lui: e’ stato a scuola molto piu’ degli altri, in classi piu’ alte. E’ via da casa da pochi mesi e se n’e’ andato per cercare suo padre, che aveva abbandonato moglie e figli per andare a Kigali con un’altra donna. Alexis sembra ancora un ragazzo da casa, la strada non l’ha ancora cambiato abbastanza da coprire quell’aspetto. Ora ha voglia di tornare a casa e a scuola e grazie a St.Eraste, che si e’ messo in contatto con la madre, stiamo progettando di reinserirlo in famiglia e trovargli un posto a scuola: questi sono gli obiettivi del programma, se c’e’ ancora una famiglia a cui riunirli.

Prospettive diverse
Nel racconto del primo mese avevamo accennato alla poca ricettivita’ nei confronti di alcuni nostri progetti e alcuni lettori hanno chiesto quali fossero: beh, sarebbe quello che avete letto finora, cioe’ il progetto per i bambini di strada, cominciato da Eraste, portato avanti da Mattia e accolto con freddezza dai capi quando presentato ad un incontro introduttivo un paio di settimane fa.  Il segretario, dopo aver lodato il concetto, ha provato ad addurre obiezioni pratiche, come “avete pensato ai problemi di fondo, come pensate di affrontare le cause profonde del problema…”, che sono sembrate buone scuse per non sostenere appieno il progetto, mentre il vescovo ha provato a scoraggiare l’iniziativa avvertendo Mattia che quei bambini non sono “normali”, ma hanno una natura ladruncola… Alla fine della riunione, Mattia e’ stato caldamente ringraziato da Eraste per aver sostenuto il progetto, viso che il pover uomo si sente isolato nella sua chiesa per il suo lavoro con i piu’ svantaggiati, prima i disabili,  con la scuola ancora tollerata piu’ che sostenuta dalla congregazione, poi i bambini di strada, che gli hanno causato commenti del tipo: “stai portando ladri nel complesso della chiesa”; l’altro giorno, e’ venuto di nuovo a sfogarsi con noi: “ sono proprio contento di avervi qui, Mattia e Elena, cosi’ possiamo lavorare insieme per i piu’ poveri, perche’ io li amo un sacco, ma non e’ lo stesso per tutti, qui in giro.”

La via per il paradiso
Eraste e Mattia, felici di aver trovato un compagno di vedute compassionevoli, concordano che questi ragazzi sono la via per il paradiso, come si scopre in Matteo 25,36.

Numeri in crescita - 3/2/2015
Martedi’ abbiamo accolto con gioia un nuovo arrive, Fabrice; Eraste lo conosce gia’, bene cosi’. Poi, durante la lezione, i ragazzi indicavano la finestra: nuovi alunni in arrive! Prima due, poi altri due, ben piu’ vecchi della media. Dopo avergli dato il benvenuto, e matite e quaderni, avergli spiegato cosa stavamo facendo e aver scritto sulla lavagna qualche parola da copiare (che li terranno impegnati per un bel po’), Mattia scatta fuori, nel cortile (piccolo e attaccato), dove Eraste stave parlando con Elena di un paziente di fisioterapia (in ritardo, ancora una volta), tanto per metterlo al corrente: “Eraste, ci sono 4 nuovi ragazzi, ben piu’ vecchi, va bene?”
“Oh si’, li ho visti arrivare, va bene; sono stato dove si trovano e gli ho detto di cosa facciamo e che possono venire”.
Alla faccia della comunicazione e organizzazione del progetto…
Comunque, la lezione va bene, grazie alla condivisione delle matite, ora in numero decisamente non sufficiente, e tutto sommato bisogna considerare che sara’ tutto ancora un po’ campato in aria, ma sta andando bene, visto che I numeri crescono anziche’ diminuire, il che e’ molto incoraggiante.

Incontri al mercato
Mattia non e’ ancora andato a vedere esattamente dove dormono, ma li ha incontrati un paio di volte durante le sue spedizioni fuori dalla strada principale, cioe’ a passeggio per le strade sterrate per comprare frutta e verdura dai venditori locali, per integrarsi e provare a parlare. Sono contenti di essere quelli che conoscono il “muzungo” (bianco) che cammina per il quartiere e lui e’ contento di incontrare le loro faccine sorridenti e non solo sguardi stupiti e curiosi; ultimamente Michele stava seguendo papa’ per un giro di esplorazione&shopping tra uomini e si e’ preso il suo salute anche lui, compreso il gesto “amahoro” (pace), con colpetto pugno a pugno. 


Il semi-nudo e il semi-ubriaco
Per rendere la giornata ancora piu’ curiosa, quel lunedi’ ci sono state anche due apparizioni speciali. 
La prima, di Germain, uno dei fedelissimi, quel giorno con un nuovo look: una scarpa (se si puo’ ancora chiamare tale) tenuta stretta tra le gambe, soprattutto quando eravamo seduti in cerchio… non per fare il cretino, ma per provare a coprire il buco gigante nei suoi pantaloni, strappati da mezza gamba fino all’inguine; alla prima occasione, Mattia-maestro-papa’ ha spedito I suoi due bambini molto compresivi in missione e dopo pochi minuti eccoli di ritorno con un paio di mutande di Michele che hanno permesso a Germain di gustarsi il resto dell’oretta con meno problemi. 
La seconda era Pasifik, una nuova recluta, ben piu’ vecchio (18) e non cosi’ facile da gestire come gli altri buoni ragazzini: visibilmente non in completo controllo, e la ragione altrettanto chiaramente visibile, nella grande bottiglia di birra vuota che si portava dietro; ad ogni modo, si e’ unito nella seconda parte del programma, partecipando a corse e salti e tutto e’ andato bene. E sapete un po'? E’ tornato ancora, senza bottiglia, il giorno dopo e quello dopo ancora.

Lunedi’ di spasso - 2/2/2015
Lunedi’ era una nuova festa nazionale, ma era stata appena introdotta alla buona dal governo nel calendario scolastico, solo un paio di giorni prima (la vera festa, per gli eroi nazionali, era il sabato… o la domenica?), per cui il venerdi’ non avevamo detto niente al riguardo ai bambini (non eravamo stati gli unici, visto che pure la super scuola di M&S ha avvisato i genitori per e-mail la domenica sera…). Ovviamente, come Mattia aveva previsto, i bambini di strada non avevano ragione per non seguire il solito programma, per cui eccoli arrivare, nonostante la scuola fosse chiusa e Eraste in Uganda! Niente paura, Mattia decide di stare sul prato giusto fuori dalla scuola, nel complesso della chiesa (molto probabilmente nessuno vuole che stiano li’, ma i capi non ci sono  e possiamo far finta di non sapere niente a riguardo). E’ stato forse uno dei giorni migliori: lezione di inglese in cerchio sull’erba; due giovani ospiti ben accolti, chiamati Michele e Sam, a casa da scuola e incapaci di stare a casa mentre Mamma era impegnata in un incontro lavorativo inaspettato con un signore della chiesa spuntato in casa con la scusa di salutare; corse di “carriola” e per finire, spettacolo di incredibili salti acrobatici dei talentuosi ragazzini, con Michele e Sam a fare qualcosina al loro turno, comunque applauditi dagli altri cari bambini. Alla fine, Mattia li ha abbandonati tutti, compresi M&S, ad aspettarlo nel cortile della chiesa ed e’ corso a comprare cibo. Sconsiderato? No, li conosce bene ormai ed era sicuro che con la promessa di cibo si sarebbero comportati bene! E infatti: eccoli li ad aspettarlo, nello stesso punto, tutti insieme, nessun problema!

Regole
1    1. Mani a posto, niente pugni, sberle, spinte, colpi…
2    2.Dire “per piacere e grazie”
3    3.Condividere (da rispettare con precisione quando arrivano le due bottiglie di acqua da bere)

Grandi applausi
Sono contenti di venire, apprezzano le lezioni, non vedono l’ora di ricevere i quaderni, si divertono con quel po’ di sport che facciamo, ma l’applauso piu’ grande e spontaneo e’ sorto quando dalla busta della spesa di plastica marrone di Mattia e’ spuntato… pili-pili, salsicce-salame locale, che “maestro” ha tagliato e infilato nel pane il piu’ velocemente possibile, prima che i loro occhi uscissero dalle orbite e annegassero nella pozza di acquolina che si stava formando per terra…

Assaggio di parole e risate per il maestro
Il mercoledi’, Michele e Sam tornano a casa prima, per cui i ragazzi vengono dall’1 alle 2, una buona occasione per concentrarsi sul cibo; un giorno Mattia ha scelto pane e formaggio ed e’ stato sorpreso di scoprire che non era una scelta cosi’ normale come pensava: sapevano che si chiamava “fromage” (nome locale, dal francese), ma non ne avevano altra conoscenza, visto che non e’ particolarmente costoso o raro, ma comunque non il cibo piu’ economico e comune, per cui non alla loro portata; molto interessante anche vedere le facce e sentire le risatine quando Mattia si e’ messo a tagliare: come ha spiegato Eraste (con il Kinyarwanda non ci siamo ancora), non riuscivano a capire quel togliere la crosta, per loro uno spreco di materiale commestibile. A parte qualche eccezione, hanno gradito il nuovo gusto, visto che non ne e’ rimasto nulla, nemmeno la crosta, e la volta successiva, quando Mattia ha chiesto di indovinare cosa aveva portato, alcuni speravano fosse formaggio. 

Livelli diversi
Come dicevamo, hanno dai 12 ai 16 anni, ma le loro ultime classi, prima di smettere scuola, erano dalla 1 alla 5 elementare, che vuol dire che alcuni hanno davvero fatto solo qualche lezione e a mala pena sanno tenere in mano una matita; altri sono piu’ avanti come scrittura, ma l’inglese e’ totalmente sconosciuto; alcuni hanno una grafia sorprendentemente buona… difficile fare un programma comune, ma, qualsiasi cosa Mattia si inventi, a loro piace essere di nuovo “a scuola”. Un paio di loro hanno anche ricevuto un foglio di carta e una matita per fare esercizio di scrittura di lettere dell’alfabeto e uno e’ tornato a mostrare con orgoglio quell pezzo di carta impolverato e marroncino con dei segni sbiaditi, cioe’ i suoi compiti, per la gioia di Mattia.

Piccoli passi
Ci saranno centinaia di bambini di strada a Kigali, e un bel po’ qui a Gikondo, per cui la nostra media di 11 puo’ non sembrare un gran che, ma e’ davvero un piccolo progetto, appena partito, quindi siamo contenti cosi’ e il bello e’ che sembrano costanti e contenti; abbiamo comprato quaderni e matite (che teniamo a scuola per non perderle in uno o due giorni), Mattia e’ “maestro” e i pomeriggi vanno bene, tra copiare parole dalla lavagna, fare merenda, che a volte diventa un quasi-pranzo e un po’ di gioco. 

Cibo per la mente… e il corpo!
Dal secondo giorno, Mattia ha cominciato a portare un po’ di cibo per i ragazzi, a cui sembra piacere, e servire, un bel po’; Eraste, che e’ sempre li’ quando vengono, ha confermato che e’ l’idea giusta per ingraziarseli!
Cosi’ quel poco tempo che stanno qui (dalle 3.15 quando Mattia e Elena tornano dalle lezioni di lingua, alle 4.35, quando Michele e Sam tornano da scuola), sta prendendo forma, con un po’ di inglese (parole e qualche frase), un po’ di cibo (e preghiera previa) e un po’ di sport (corse, staffette, salti…)

Un po’ di storia
Quella era la prima attivita’ per Mattia, ma non per loro: Eraste ha cominciato a radunarli qualche mese fa dopo averli fatti rilasciare dalla prigione, dov’erano finiti per furtarelli, dicendo alla polizia che avrebbe iniziato un progetto per loro (si’, non pare un organizzazione delle carceri molto logica, ma probabilmente non c’era stato niente di tanto regolare come processo e sentenza, ma solo tenerli la’ per un po’); il “progetto” e’ diventato farli venire alla scuola qualche pomeriggio tra novembre e dicembre; niente di speciale, ma abbastanza come base per quello che potremo fare da ora in avanti: lui li conosce e sa dove vivono di solito, loro si fidano di lui, si trovano a loro agio alla scuola e soprattutto lui ha un’idea della loro situazione e qualche contatto con le famiglie.

Inizio improvviso – 21/1/2015
Dopo due settimane di ambientamento e sistemazione della casa, un giorno Mattia ha accennato ad Eraste, tanto per rassicurarlo che non siamo qui solo per adattarci ma per servire e che non si era dimenticato della promessa di aiutarlo in quel suo progetto: “Salve Eraste, domani possiamo parlare dei bambini di strada, sono disponibile!”. Il giorno dopo, Elena entra in casa dicendo: “Mattia, Eraste mi ha detto di chiederti di andare alla scuola, perche’ ci sono i bambini di strada!” Non esattamente l’incontro di programmazione che si aspettava, ma ogni inizio e’ benvenuto dopo 20 giorni, cosi’ Mattia e’ andato al suo primo incontro con circa 10 ragazzini, tra i 12 e i 16 anni, e dopo le presentazioni, ha fatto una breve e improvvisata lezione di Inglese, con gesti e azioni. Tutto bene quel che comincia bene.

Idea dell’ultimo minuto - 10/08/2014

Era l’ultima riga del programma di lavoro di Mattia, aggiunta all’ultimo minuto della nostra visita di esplorazione in Agosto, quando Eraste, direttore della scuola Amizero per bambini disabili, aveva catturato l’interesse di Mattia rivelando il suo progetto-speranza di “fare qualcosa per i bambini di strada”, l’altra sua grande passione a parte i disabili, o prima di loro, a livello temporale, visto che ha lavorato con i bambini di strada per 15 anni prima di cambiare campo e aprire Amizero.

26.3.15

Cammina, cammina...

Ricordando il Camino de Santiago, o l'Alta Via, o per compensare la mancanza di tempo e occasioni per allenamenti, Mattia si e' dato al cammino intensivo: non c'e' modo migliore per entrare nel contesto locale; capire e conoscere gli "indigeni"; farsi conoscere; diventare loro "amico"; fare pratica con la lingua; scoprire posti, negozi, prodotti, prezzi, usanze; perdere peso; colorarsi i piedi a strisce (sandali+terra+sole); stancarsi (o tenersi in un minimo di forma, visto che la settimana scorsa ha fatto due mattine da due ore, tutto su e giu'); arrivare in alto e vedere la città aprirsi alla vista; chiacchierare (?) con i ragazzi poveri mentre li accompagni a cercare la scuola giusta o al mercato... 
D'altronde, anche Gesu' per la maggior parte del tempo andava in giro a passeggio, no?, per cui qui si prova ad imparare dal Maestro!

14.3.15

Amizero - Scuola per disabili

(era una pagina a se stante, aggiornata di tanto in tanto, per cui da leggere dal basso in alto)

Sezioni
Quella a Kigali e' la scuola-madre e ci sono alcuni altri centri in giro per il paese, sempre connessi con un chiesa Metodista. 
Uno ben avviato e' a Rushashi, una zona rurale un paio d'ore a nord, che abbiamo visitato durante la visita di controllo in agosto, mentre altri due sono ancora in gestazione, con una prima fase di scoperta dei disabili portata avanti da Eraste qualche mese fa; ne abbiamo visitato uno qualche giorno fa (meta' marzo), ma solo per un grande incontro con tante famiglie, per introdurre il progetto, che comprenderà una scuola e un programma di fisioterapia, con formazione per insegnanti, volontari e genitori, e visite regolari, se non frequenti (presto scriveremo di quella lunga giornata); in futuro visiteremo anche l'altro centro, di grazia più vicino a Kigali

Ruolo di Elena
Elena, piano piano, sta valutando e trattando tutti i disabili fisici che sono a scuola (12) e quelli che sono a casa (che porta via tanto tempo visto che sono tutti sparsi, per cui ci si perde di più a raggiungerli che a visitarli)

Allo stesso tempo, si e' presa il compito, altamente frustrante e spossante, ma assolutamente necessario ed importante, di risistemare l'intera scuola, riorganizzando l'orario, delineando regole (insieme al direttore Eraste, il traduttore-assistente Steve e il consigliere personale Mattia), creando un programma di formazione (appena iniziato), stilando una lista di materiale necessario, supervisionando la costruzione della nuova stanza di fisioterapia (da noi finanziata) e controllando i conti e le relazioni finanziarie e gestionali con il sostenitore principale (International Child Care Ministry, ICCM, una organizzazione americana).

Questo secondo ruolo, ora reso ufficiale dalla nomina a vice-direttore (ottima mossa, Eraste!), la porta a volte alla disperazione, ma un po' di sostegno familiare e il consiglio di concentrarsi sugli inizi assai positivi delle sedute fisioterapiche aiutano a tirarla su, insieme ai commenti dei genitori, che ora sono sempre più coinvolti e che, ad un recente incontro, hanno ammesso di essere quasi commossi quando la vedono lavorare con e per i loro bambini.

Inoltre, idee e soluzioni continuano a venirle in mente, su come lavorare con i disabili, come migliorare l'impegno dei maestri (facile, visto che il livello attuale e' da fondo del barile), come creare ausili (sia con il progetto del cartone, che purtroppo sta ancora aspettando che riusciamo a far partire il laboratorio, che con falegnameria, recentemente spinta  in avanti dall'aiuto di un fratello di uno dei ragazzi di Mattia e dalla passione e impegno di Steve), come coinvolgere i genitori e formarli... così e' davvero impegnata e nonostante il presente si più confuso che stimolante, siamo sicuri che il futuro sarà spettacolare!

La delusione dei vari tentativi falliti di ottenere aiuto per far partire il laboratorio del progetto-cartone e' stato sicuramente uno degli aspetti più scoraggianti di questi primi tre mesi, ma gli sviluppi più recenti ci hanno un barlume di speranza, perché dopo vari scontri demoralizzanti, abbiamo deciso di abbandonare ogni speranza sul grande container (che sarebbe stato un ottimo laboratorio, tutto in uno stesso spazio) e ci siamo assicurati, quasi del tutto, l'utilizzo di una struttura più piccola ma simile, una baracca di metallo che la forza lavoro, sempre disponibile, di Mattia (i ragazzi più grandi del suo gruppo) hanno velocemente svuotato qualche mattina fa (meta' marzo), guadagnandosi i soldi per il pranzo. Ora dobbiamo solo letteralmente "cementare" l'accordo, con l'aiuto dei costruttori della stanza di fisioterapia, così da avere un pavimento anziché erba e farlo diventare del tutto "nostro". E' ancora un po' piccolo per il progetto-cartone, ma abbiamo già adocchiato una stanza della scuola, così a breve ci dedicheremo (molto probabilmente ancora una volta con la squadra di Mattia) a svuotare anche quella (in entrambi i casi, di roba lasciata li' da tempo immemore, per il gusto di non buttare via nulla). A quel punto, dovrete leggere le straordinarie storie del regno della regina del cartone!

Programma giornaliero
8.00am = preghiera mattutina 
8.30-10.00 = lezioni
10.00-10.30 = intervallo (merenda con pane&latte)
10.30-12.00 =lezioni

Orario
dalle 8 alle 12, da lunedì a venerdì

Personale
1 direttore, cuore del progetto e sostenitore incallito dei disabili (il Pastore Eraste)
3 insegnanti
1 insegnante per attivita' particolari (Steve, figlio di Eraste, che fa ginnastica, arte, informatica...)
1 segretaria, 1 autista dell'autobus, 2 donne delle pulizie-cuoche
e da fine gennaio... 1 fisioterapista (ora anche vice-direttrice!) = Super-Mamma, Miglior Fisio del Mondo, Re-organizzatrice (vedi sopra) ELENA!

Tipi di disabilita'
Sia mentale che fisica (autismo, sindrome di down, paralisi celebrale infantile...)

Studenti
33 bambini a scuola + 10 a casa

Informazioni generali
Scuola per disabili aperta nel 1983, chiusa durante il genocidio, riaperta poco dopo.
Nome = "Amizero", che significa "speranza".
Posizione = nel complesso della chiesa, ma in realtà entita' separata, sfortunatamente anche a livello di percezione per chiesa e congregazione, ma ci lavoreremo su...

11.3.15

Storie di donne.2

Una sera, parecchio tardi, Mattia era in passeggiata su per la collina, per comprare qualcosa o per pensare un po', e ha incontrato Olivier, uno dei BS, con la solita doppia espressione: felice e sorridente, ma sotto sotto preoccupato. Stava tornando a casa, dove (ovviamente, domanda inutile, Mattia) non c'era cibo, per cui Mattia gli ha comprato un paio di manghi e ha deciso di accompagnarlo a casa: una lunga passeggiata su strade sempre più piccole, sentieri sempre più bui e accidentati, camminando subito dietro al ragazzino per vedere dove metteva i piedi, per arrivare alla fine ad una casetta di mattoni di fango (cioe' strutturalmente simile a molte altre ma senza intonaco) tra molte altre abitazioni, qualche pianta troppo alta e alcuni banani. Erano ormai le dieci, ma Olivier ci teneva a far incontrare mamma e Mattia, per cui bussa ad una porta, bussa all'altra, e' riuscito a far uscire questa giovane signora con infante in braccio, contenta della frutta e di sentire che il figlio sarebbe presto tornato a scuola. Olivier poi e' stato così gentile da riportare Mattia fino alla strada principale, aiuto necessario, almeno per la prima parte.
Qualche giorno dopo, Mattia ha portato Eraste lungo le stesse stradine (che tra l'altro sono poco lontano da file di case ricche, come quelle del Vescovo e del Segretario Generale), riuscendo quasi a raggiungere la casa senza aiuto, anche se alla fine Olivier li ha sentiti ed e' arrivato in soccorso. Questa volta, con più tempo e soprattutto con un madrelingua, abbiamo potuto scoprire di più sulla famiglia e abbiamo capito subito che non sarebbe stato un racconto carino, visto che Angelique, la mamma, ha spedito via Olivier e il fratello piccolo, cosa inusuale visto che di solito i bambini sono tollerati, e non badati. Poi ha fatto sedere gli ospiti su una panchina bassissima a lato della casa e si e' accomodata su un tappeto, allattando l'ultimo arrivato, ed ha cominciato la sua storia: il marito la picchiava in ogni modo, ogni giorno, lasciandole anche una cicatrice in rilievo, di un paio di centimetri su un polso, e la suocera la odiava altrettanto, fino a cacciarla di casa; per cui se n'e' andata, con Olivier, di due anni, e sua sorella più grande, a vivere in questa casa in affitto, più cara di quella di Mugisha (vedi post più  sotto). In passato provava a vendere frutta in giro, come tante donne dalla testa cestuta, ma dopo essere stata beccata dalla polizia (non sappiamo con che livello di conseguenze), non sembra molto portata a riprovare... Come si sostiene, dunque? Angelique non scende nei dettagli, ma se pensate a come possano essere arrivati i due bambini piccoli, la risposta e' la stessa della mamma di Mugisha; per fortuna, niente AIDS in questo caso. Ora la sorella grande, finanziata da qualche altra associazione, va alle superiori (per cui ha un pasto), e Olivier e' alle elementari, ma sono comunque tanti da sfamare, senza un vero lavoro.
Successivamente, Mattia ha fatto un'altra passeggiata serale con Olivier, per portare un po' di frutta e 10kg di riso ad Angelique, così per qualche settimana saranno a posto; in futuro, si vedrà...


8.3.15

Storie di donne.1

Il Rwanda a livello economico, secondo le statistiche, e' messo molto meglio di molti altri stati Africani e le donne godono di una situazione decisamente migliore che nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, da libertà generali a presenza in parlamento, con percentuali tra le più alte del continente. 
Ma cosi' come sul campo si veda che la poverta' e' ancora realta' per milioni di locali, anche le donne non sono poi tanto sicure come auspicabile, per cui a partire da questa giornata speciale vogliamo dedicare qualche post a tutte quelle che ancora soffrono a causa dell'altro genere, a volte così egoista ed ingiusto, e lo faremo raccontando alcune storie tristi o tragiche di donne incontrate da Mattia durante il suo lavoro con i bambini di strada. 
La sua prima discesa dalle tragedie letterarie o di cronaca a quelle vere, in diretta, e' coincisa con la prima visita a famiglie dei ragazzi (un buon inizio, no?), quando accompagnato da Eraste e' andato a trovare la mamma di Mugisha Bonneur, per dare la buona notizia che il figlio sarebbe potuto tornare a scuola il lunedì successivo, quando avrebbero pagato le tasse scolastiche. Così, accogliendoli nella sua "casa", una stanza piccola e buia, con un letto separato da una tenda a brandelli, un tavolo e qualche sedia e un apertura su un muro, che da sullo spazio per la cucina, ci ha spiegato la sua situazione: marito morto in un incidente quando lei era in cinta di 4 mesi e affitto da pagare di circa 13 euro, cifra astronomica per le sue possibilità di guadagno, visto che solo ogni tanto trova lavoro in una fabbrica di caffe' (a 1 euro al giorno) dove i lavoratori sono presi a giornata come nelle campagne o nelle fabbriche del passato europeo. Per cui si dedica alla creazione di prodotti tipici di artigianato, cestini e piatti di fibra vegetable, collane, braccialetti e orecchini, che pero' fa fatica a vendere, visto che nella loro area i compratori non abbondano certo e nel centro ricco, con occidentali, i venditori ambulanti sono a rischio di essere minacciati, insultati, inseguiti, picchiati o arrestati dalla polizia, come abbiamo visto con i nostri occhi, quando un ragazzo in divisa e' allegramente saltato giu' dal camioncino con sedile nella parte posteriore, tutta aperta, per inseguire una signora con cesto da verdura in testa, con il suo bravo manganello e un insopportabile sorrisetto. Come paga quindi l'affitto? Innanzitutto spesso non lo paga, quindi il loro futuro non e' così sicuro, e quando lo fa e' grazie alla vendita dell'unica cosa che le rimane: se stessa, cosa che, nonostante la vergogna, non ha paura di raccontare; quando Eraste traduce, Mattia rimane scioccato al capire che quella era la ragione per la risatina di Deo', ragazzo di strada amico del figlio e seduto li con loro: cultura diversa, sono solo bambini...? Non importa, e Deo' si becca la sua sgridata lo stesso.
Triste abbastanza? No, perche' la preoccupazione non porta solo senso di colpa e vergogna, ma anche AIDS. In Rwanda pero' gli antiretrovirali sono gratis (grazie ai milioni di aiuti occidentali) per cui lei e' a posto... o no, visto che ha avuto la diagnosi da poco e ancora non ha superato la vergogna, per cui non ha ancora cominciato la cura, cosa di cui discutiamo, incoraggiandola con forza a farlo al più presto.
Alfine salutiamo e la madre ci accompagna per un po', come e' costume da qualche parte, dove camminano sempre con te per un po'.

Per ora stiamo solo sostenendo il figlio a scuola, ma la speranza e' riuscire a trovare qualche soluzione per lei, o trovando un lavoro come domestica (come se non ce fossero già tantissime) o creando opportunita' di vendere i suoi oggetti, magari fuori dalla chiesa la domenica mattina (come se la comunità fosse li' pronta ad accogliere un'idea del genere...).

19.2.15

Aggiornamenti scolastici

                                  
I bambini sono in vacanza per qualche giorno, perche’ martedi’ e’ finito il secondo (primo per loro) trimestre e il terzo e ultimo comincia lunedi’. Michele ha fatto 5 giorni di esami, in tutte le materie: francese, Kinyarwanda, scienze, inglese, matematica e studi sociali; queste sei settimane di scuola per lui sono state molto impegnative, avendo dovuto recuperare un bel po’ per mettersi in pari con il resto della classe (in questa scuola privata, con programmi americani, avevano fatto ben di piu’ che in Irlanda-Inghilterra), ma ce l’ha messa tutta, senza proteste e la maestra Yoli (Yolinil, venezuelana con padre cinese, sposata con un inglese) e’ gentile, comprensiva, molto disponibile e lo ha incoraggiato tanto. I giorni di esami, Michele ha fatto solo mezza giornata, per cui piccoloSam e’ tornato da solo in scuolabus, senza il fratellone a cui affidarsi.
Giusto prima dell’inizio degli esami, Michele e’ stato nominato “Star student” della settimana, incaricato cioe’ di mantenere alto il livello di impegno della classe e tenerli belli ordinati in riga: non chissa’ che successo, visto che viene scelto dal precedente, senza alcun merito particolare, ma e’ bello sapere che e’ gia’ cosi’ ben inserito da essere scelto e in classe e’ una cosa molto importante, per cui lui era al settimo cielo e ci siamo tutti divertiti a scrivere messaggi sul quadernone-ricordo che ha portato a casa per la settimana (foto dello scolaro raggiante, con trofeo e fratellino orgoglioso sono disponibili nella pagina apposita).
Domani, incontri genitori per tutta la scuola (con migliaia di student… giornata di follia in vista?), principalmente per prendere le pagelle. Dalle elementari in su, sembrano un po’ fanatici riguardo i voti, tutti a sperare in ottime percentuali (modello Americano)… noi no, ma per fortuna neanche la maestra pare una grande appassionata, per cui non ha messo troppa pressione sugli allievi e Michele la sta prendendo bene.
Anche Sam ha avuto il suo daffare per star dietro alla classe e la maestra Belinda ha molto apprezzato la dedizione e la perseveranza e lui e’ contento e interessato ad imparare, non piu’ spaventato dal posto nuovo e molto volenteroso con i compiti, per imparare a leggere, scrivere e contare al piu’ presto e raggiundere il livello dei suoi compagni.

Come gia’ scritto tempo addietro, le giornate scolastiche sono molto lunghe, ma siamo davvero contenti della scuola e soprattutto anche i due bambini sono parecchio felici e tornano sempre con bei racconti e nessuna lamentela. Michele ha gia’ fatto amicizie e dovevamo avere un’amica a casa domenica scorsa, ma si e’ comportata male e la madre l’ha tenuta a casa, quindi forse domenica prossima.