2.1.16

Buon anno nuovo!

Si', ma prima di tutto, c'e' da rendere conto: che abbiamo fatto nel 2015?

Abbiamo lavorato tanto, per tante persone, per persone tanto povere: per bambini e mamme, disabili e nullatenenti, ragazzi di strada e pure un ubriaco e una prostituta... e, come ci hanno detto,  questa e' stata la ragione per cui la chiesa non ci ha accettato: "avete lavorato per noi, non per loro". 

Abbiamo provato a vivere con i poveri, passeggiando per le loro aree, comprando cibo ai loro mercati, negozietti e venditori ambulanti, sforzandoci di parlare la loro lingua, facendo del nostro meglio, e non e' andata male, nonostante i nostri errori, come continuare a vivere da occidentali (sicuramente non tanto, ma sempre troppo), mandare i bambini a una scuola privata super-costosa, guidare la nostra macchina, giocare a tennis e mangiare assai meglio di loro.

Abbiamo provato a "fare del bene": abbiamo mandato a scuola una folla di ragazzi (dalle elementari alle superiori o a centri di formazione), ne abbiamo reinseriti alcuni in famiglia (con qualche successo), abbiamo insegnato loro (più scacchi che inglese), li abbiamo fatti cantare (Gospel, non solo bella musica, ma fede-in-musica), abbiamo salvato alcune famiglie dalla loro sopravvivenza disperata in città riportandole in campagna, abbiamo dato ai giovani un sacco di sport&ripetizioni e pure pronto-soccorso&cibo, abbiamo organizzato serate di danza cristiana moderna e di incontri biblici, abbiamo avuto figli adottivi per qualche mese, abbiamo portato giovani in Chiesa (finche' la "chiesa" non li ha esclusi), abbiamo spiegato che la disabilita' e' un problema da affrontare, non una maledizione da nascondere, abbiamo formato i genitori su come prendersi cura dei loro figli "speciali", li abbiamo fisio-curati, abbiamo finanziato piccole attività, abbiamo prodotto per loro ausili di cartone (e cominciato ad insegnare loro come farli), li abbiamo organizzati in una piccola cooperativa o in numerosi gruppi di risparmio, abbiamo trovato mercato per il loro artigianato e commissionato lavori di cucito.

E com'e' andata, in questo 2015?
E' stata dura,
perché la chiesa non ci ha mai sostenuto e spesso e' andata contro di noi, perché il Rwanda non e' una nazione facile (per il presente travagliato, più che il passato e per la dipendenza da aiuti) e i Ruandesi non sono gente facile (per l'abitudine a mentire e la tendenza a dare l'aiuto per scontato); perché essere bianchi e ricchi rende le cose difficili (la prima non e' colpa nostra, ma la razza e' un problema ovunque - la seconda si' e stiamo cercando di rimediare ma e' lunga e le percezioni non cambiano in fretta); perché la lingua e' difficile (e questo e' un fatto, come lo e' che avremmo potuto studiare di più); perché abbiamo dovuto imparare e riaggiustare il nostro lavoro su base giornaliera; perché la povertà e' dura da digerire e una famiglia non la sistema in un anno

E' stato bello,
perche' il clima e' tra i migliori al mondo e la frutta pure; perché i bambini si sono ambientati bene e sono stati sempre felici, a casa, a scuola (dove hanno fatto amicizia e imparato molto) e al campo da calcio, dove hanno giocato con i bambini locali; perché abbiamo trovato qualche amico, un paio di persone che ci hanno aiutato e molte altre che hanno apprezzato il nostro operato; perché le corte vacanze estive e queste lunghe di Natale sono state molto belle, tra gli animali e le piante dei parchi nazionali (savana e giungla) e la bellezza e il divertimento del lago Kivu; perché abbiamo avuto ospiti che ci hanno dato forza e coraggio confermando la validità del nostro approccio; perché i giovani, i disabili e tutti i loro genitori sono una compagnia stancante ma piacevole.

E' stato fantastico,
perche' non ci siamo mai sentiti cosi' benedetti ("Imana ibahe mugisha/Dio ti benedica", spesso frase fatta ma molte volte sentita), cosi' realizzati, cosi' necessari e utili ("c'e' qualcuno che ci da speranza e  aiuto per il futuro), cosi' in comunione con Lui ("Gesu' tornato per i ragazzi di strada"); perché i bambini sono stati il nostro sostegno più grande, dimostrandosi forti, giusti e saldi nella fede; perché abbiamo imparato tanto su di Lui (l'abbiamo visto nella gente, abbiamo sentito la sua voce con forza, abbiamo sentito la sua mano accompagnarci, abbiamo capito cosa vuol dire seguirlo), su di noi (cosa siamo, cosa possiamo fare, cosa dobbiamo fare), su povertà, storia, aiuti, giustizia, uguaglianza.

E' stato terribilmente brutto,
perche' scacciare mamme e bambini e' quanto di peggio vi possa capitare; perché lo stress ti colpisce in tanti modi (dal modo di relazionarti allo stomaco...); perché eravamo venuti credendo che lavorare con una chiesa avrebbe aiutato ad evitare approcci sbagliati e invece e' stata proprio questa collaborazione che ha reso tutto cosi' difficile; perché chi ci ha inviato ci ha deluso e abbandonato, non avendo mai considerato o rispettato il nostro lavoro, non avendo mai preso le nostre parti o difeso il nostro approccio Cristiano e avendoci alla fine trattati da semplici impiegati o peggio da pacchi postali per cui organizzare spedizioni e voli.

E ora, guardiamo al 2016:
un anno incerto, speriamo migliore, sicuramente positivo se resteremo uniti, certamente un ottimo anno se riusciremo a scoprire la Sua via e seguirla fino in fondo, con abbandono di fede.

A tutti voi, un grande augurio per un anno speciale, senza paure:
senza paura di fare quello che siamo chiamati a fare;
senza paura di fare quello che sappiamo essere giusto, a qualsiasi prezzo;
senza paura di cio' che e' nuovo, diverso, difficile;
senza paura di essere rifiutati, attaccati, bloccati per il bene che facciamo.

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