8.3.15

Storie di donne.1

Il Rwanda a livello economico, secondo le statistiche, e' messo molto meglio di molti altri stati Africani e le donne godono di una situazione decisamente migliore che nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, da libertà generali a presenza in parlamento, con percentuali tra le più alte del continente. 
Ma cosi' come sul campo si veda che la poverta' e' ancora realta' per milioni di locali, anche le donne non sono poi tanto sicure come auspicabile, per cui a partire da questa giornata speciale vogliamo dedicare qualche post a tutte quelle che ancora soffrono a causa dell'altro genere, a volte così egoista ed ingiusto, e lo faremo raccontando alcune storie tristi o tragiche di donne incontrate da Mattia durante il suo lavoro con i bambini di strada. 
La sua prima discesa dalle tragedie letterarie o di cronaca a quelle vere, in diretta, e' coincisa con la prima visita a famiglie dei ragazzi (un buon inizio, no?), quando accompagnato da Eraste e' andato a trovare la mamma di Mugisha Bonneur, per dare la buona notizia che il figlio sarebbe potuto tornare a scuola il lunedì successivo, quando avrebbero pagato le tasse scolastiche. Così, accogliendoli nella sua "casa", una stanza piccola e buia, con un letto separato da una tenda a brandelli, un tavolo e qualche sedia e un apertura su un muro, che da sullo spazio per la cucina, ci ha spiegato la sua situazione: marito morto in un incidente quando lei era in cinta di 4 mesi e affitto da pagare di circa 13 euro, cifra astronomica per le sue possibilità di guadagno, visto che solo ogni tanto trova lavoro in una fabbrica di caffe' (a 1 euro al giorno) dove i lavoratori sono presi a giornata come nelle campagne o nelle fabbriche del passato europeo. Per cui si dedica alla creazione di prodotti tipici di artigianato, cestini e piatti di fibra vegetable, collane, braccialetti e orecchini, che pero' fa fatica a vendere, visto che nella loro area i compratori non abbondano certo e nel centro ricco, con occidentali, i venditori ambulanti sono a rischio di essere minacciati, insultati, inseguiti, picchiati o arrestati dalla polizia, come abbiamo visto con i nostri occhi, quando un ragazzo in divisa e' allegramente saltato giu' dal camioncino con sedile nella parte posteriore, tutta aperta, per inseguire una signora con cesto da verdura in testa, con il suo bravo manganello e un insopportabile sorrisetto. Come paga quindi l'affitto? Innanzitutto spesso non lo paga, quindi il loro futuro non e' così sicuro, e quando lo fa e' grazie alla vendita dell'unica cosa che le rimane: se stessa, cosa che, nonostante la vergogna, non ha paura di raccontare; quando Eraste traduce, Mattia rimane scioccato al capire che quella era la ragione per la risatina di Deo', ragazzo di strada amico del figlio e seduto li con loro: cultura diversa, sono solo bambini...? Non importa, e Deo' si becca la sua sgridata lo stesso.
Triste abbastanza? No, perche' la preoccupazione non porta solo senso di colpa e vergogna, ma anche AIDS. In Rwanda pero' gli antiretrovirali sono gratis (grazie ai milioni di aiuti occidentali) per cui lei e' a posto... o no, visto che ha avuto la diagnosi da poco e ancora non ha superato la vergogna, per cui non ha ancora cominciato la cura, cosa di cui discutiamo, incoraggiandola con forza a farlo al più presto.
Alfine salutiamo e la madre ci accompagna per un po', come e' costume da qualche parte, dove camminano sempre con te per un po'.

Per ora stiamo solo sostenendo il figlio a scuola, ma la speranza e' riuscire a trovare qualche soluzione per lei, o trovando un lavoro come domestica (come se non ce fossero già tantissime) o creando opportunita' di vendere i suoi oggetti, magari fuori dalla chiesa la domenica mattina (come se la comunità fosse li' pronta ad accogliere un'idea del genere...).

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